Un calcio nelle palle!

  È tornata la scuola, sono tornati i professori.
Tra la nebbia asfissiante della macchina scolastica e il riassestamento ordinato dei suoi protagonisti, ecco qualche spunto di riflessione per vederci più chiaro, farne crollare certi miti e minacciarne alcune sicurezze tra le più pericolose per i nostri entusiasmi. In più, qualche consiglio utile per combattere il nuovo anno cercando pure di divertirsi. Scarica e diffondi liberamente tutto il materiale!

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  L’educazione democratica si prefigge lo scopo di modellare il carattere degli studenti nell’accettazione della Gerarchia, dell’Autorità e della Norma. Non è altro che un artificio per dominare. La moderna pedagogia lavora per una causa infame: intervenire in maniera poliziesca nella coscienza degli studenti.
  Espressioni come “trasmissione del sapere” e “divulgazione della cultura” non sono altro che cinici eufemismi: nascondono niente più che un lavoro di indottrinamento della popolazione, di ideologizzazione del collettivo scolastico, di diffusione dei miti del Sistema, di conversione dell’ideologia dominante in senso comune.
  Arrogandosi una facoltà demiurgica (creatrice di uomini), gli educatori si incaricano di una delicata correzione del carattere dei giovani, di un lavoro molto “illuminato” di forgiatura della personalità, con lo sguardo sempre diretto al “bene” dello studente e a ciò che conviene alla società.
  Si impegnano nel modellare soggetti “critici”, “autonomi”, “creativi”, “indipendenti”, “liberi”, “solidali”, “tolleranti”, “pacifisti”, ecc. In questo modo usurpano la voce dello studente, “riformano” l’Istituzione in nome suo, intervengono poliziescamente nella sua soggettività accampando di farlo per il bene stesso del danneggiato.
  In breve, incorrono mille volte nell’infamia di parlare per gli altri.

“Il flagello della sfera intellettuale è l’uomo sempre preoccupato dell’educazione degli altri.”
(O. Wilde)

“Maestro! Quello che ti possiamo dare è un calcio nelle palle!”
(Polla Records)

  Avvertenza 1: il testo che stai leggendo è frutto di una rielaborazione di un’intervista a Pedro Garcia Olivo, irresponsabile antiprofessore. Lo ringraziamo per le parole e i concetti espressi e ci scusiamo qualora ne avessimo travisato il senso in qualche passaggio e/o nell’insieme.
  Avvertenza 2: in ogni termine, dove il genere è utilizzato al maschile è da intendersi anche al femminile e viceversa (es.: professore/professoressa; studente/studentessa; palle/ovaie).

CONTINUA…

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