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Foglio n°2 – No al circo con gli animali! [PDF]

Dal 20 dicembre è tornato nuovamente in città il circo con gli animali. Grazie al sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, che rimangiandosi la già risicata moratoria di due anni fa – allora furono soltanto motivi igienico-sanitari e incompatibilità con la vicina area dei banchi alimentari – quest’anno invita al piazzale Don Baroni uno dei più grandi e meschini zoo viaggianti d’Europa, guidato dalla famiglia Dell’Acqua. Oltre alle sorelle Dell’Acqua, ben note vampire ultracentenarie, svettano lo spaventapasseri Elder “Clown Ridolini” Dell’Acqua e il mangiacasalinghe Denny Montico, sedicente ausiliare di polizia giudiziaria e responsabile del “benessere” animale. File interminabili di tir, gabbie ed animali imprigionati, nella loro rabbiosa miseria, messi a far da cornice sanguinolenta per più di due settimane allo squallore già ben assestato del consumismo vacanziero.
Come se non bastasse, a rantolare catarri in favore di
questi torturatori non poteva mancare il numero uno dei rincoglioniti, Aldo Glandi, giornalaio parafascista e locale scemo del villaggio, al quale dedichiamo questo piccolo vademecum, nell’inesprimibile speranza che a lui e a tutti gli altri signori menzionati possa ritornare un giorno una briciola dell’odio e della sofferenza che viene impressa a forza ogni giorno sugli animali del circo.

Numero 2, aperiodico. 31 dicembre 2019
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[Notizie dal Palazzo n°2:
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Un calcio nelle palle!

  È tornata la scuola, sono tornati i professori.
Tra la nebbia asfissiante della macchina scolastica e il riassestamento ordinato dei suoi protagonisti, ecco qualche spunto di riflessione per vederci più chiaro, farne crollare certi miti e minacciarne alcune sicurezze tra le più pericolose per i nostri entusiasmi. In più, qualche consiglio utile per combattere il nuovo anno cercando pure di divertirsi. Scarica e diffondi liberamente tutto il materiale!

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  L’educazione democratica si prefigge lo scopo di modellare il carattere degli studenti nell’accettazione della Gerarchia, dell’Autorità e della Norma. Non è altro che un artificio per dominare. La moderna pedagogia lavora per una causa infame: intervenire in maniera poliziesca nella coscienza degli studenti.
  Espressioni come “trasmissione del sapere” e “divulgazione della cultura” non sono altro che cinici eufemismi: nascondono niente più che un lavoro di indottrinamento della popolazione, di ideologizzazione del collettivo scolastico, di diffusione dei miti del Sistema, di conversione dell’ideologia dominante in senso comune.
  Arrogandosi una facoltà demiurgica (creatrice di uomini), gli educatori si incaricano di una delicata correzione del carattere dei giovani, di un lavoro molto “illuminato” di forgiatura della personalità, con lo sguardo sempre diretto al “bene” dello studente e a ciò che conviene alla società.
  Si impegnano nel modellare soggetti “critici”, “autonomi”, “creativi”, “indipendenti”, “liberi”, “solidali”, “tolleranti”, “pacifisti”, ecc. In questo modo usurpano la voce dello studente, “riformano” l’Istituzione in nome suo, intervengono poliziescamente nella sua soggettività accampando di farlo per il bene stesso del danneggiato.
  In breve, incorrono mille volte nell’infamia di parlare per gli altri.

“Il flagello della sfera intellettuale è l’uomo sempre preoccupato dell’educazione degli altri.”
(O. Wilde)

“Maestro! Quello che ti possiamo dare è un calcio nelle palle!”
(Polla Records)

  Avvertenza 1: il testo che stai leggendo è frutto di una rielaborazione di un’intervista a Pedro Garcia Olivo, irresponsabile antiprofessore. Lo ringraziamo per le parole e i concetti espressi e ci scusiamo qualora ne avessimo travisato il senso in qualche passaggio e/o nell’insieme.
  Avvertenza 2: in ogni termine, dove il genere è utilizzato al maschile è da intendersi anche al femminile e viceversa (es.: professore/professoressa; studente/studentessa; palle/ovaie).

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Notizie dal Palazzo

  Denunce, avvisi orali e perquisizioni: e i questurini non s’annoiarono più!

  Come non esiste più una famiglia senza un televisore, né un lampione senza telecamere, al giorno d’oggi pare non ci si possa più permettere neppure il lusso d’aggirarsi per un cimitero senza che qualche ostinato cadavere s’impunti ogni tanto di tornare in vita, probabilmente per sporgere querela. Ancora peggio quando ci si mette pure qualche testardo beccamorto che comincia a dargli corda. Per le stesse ragioni a Lucca, celebre terra di paradossi, s’è respirata negli ultimi giorni un’aria ancora più cimiteriale del solito: è cominciata la rivolta dei non-morti!

  Dopo i fatti dell’ex Casina Rossa, qualche losco figuro, sanguinosamente turbato nel suo dolce giaciglio, dev’essersi spaventato a morte nel trovarsi faccia a faccia con così tanto difetto di vitalità; tanto spaventato da non poter far altro che confidare nel pronto intervento dei cani da guardia per ristabilire l’ordine, la quiete e l’eterno riposo. Prontamente, l’equipe dei seppellitori lancia il contrattacco: partono le denunce, e si parla di danneggiamenti fantasma, di disturbo della pubblica quiete, di invasioni, addirittura di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo – reato tra l’altro imputabile per legge esclusivamente ai legali proprietari del locale, ma pazienza – fino all’immancabile denuncia per resistenza, che ormai a Lucca è diventata quasi un riconoscimento cristologico, appannaggio esclusivo dei pochi combattenti rimasti ancora trincerati al di qua della morte cerebrale.
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