Sull’occupazione di Via della Bordogna

  Nel pomeriggio di ieri, sabato 14 luglio, una ventata d’aria fresca è tornata a ossigenare la nostra città. Abbiamo aperto un altro edificio, di proprietà comunale, recuperato da molti anni d’abbandono, con la ferma volontà di trasformarlo in uno spazio liberato, un nuovo cuore pulsante come punto di riferimento per tutti coloro che ancora vanno cercando un faro nella tempesta dei nostri tempi.
(questo il comunicato)

  Dopo qualche ora dall’occupazione, polizia e digos hanno cominciato il loro circo d’identificazioni, accertamenti, intimidazioni. Da parte nostra, nessuna interlocuzione sarebbe stata accettata al di fuori dei confini della questione politica contenuta nella nostra azione e, considerati i presupposti, nessun contatto istituzionale al di fuori dell’intervento del signor sindaco Tambellini – interpellato dalla digos e poi giunto di persona sul posto – sarebbe stato accettato.

  Fin dalle prime battute non ci sono stati dubbi sulla posizione del sindaco, il quale non ha saputo e non ha voluto scrollarsi di dosso il feticcio retorico della salvaguardia della legalità, da seguirsi a testa bassa in ogni occasione, senza condizioni e senza capacità di giudizio. Immediata la dichiarazione delle sue volontà di firmare l’ordinanza di sgombero, con fulmineo preavviso ai reparti della celere già presenti in città. Alla faccia di tutti quelli che credono che esista ancora una differenza tra PD e fascioleghisti d’altre combriccole, il sindaco s’è disinteressato fin da subito a tutto ciò che non riguardasse la sola impostazione legalitaria e repressiva.

  Dopo qualche ora di discussione, dopo essersene andato e poi tornato per diffidare tutti i presenti – minacciando querela – dalla pubblicazione di foto e video del suo intervento, è arrivata da parte sua la proposta di una discussione che possa prevedere l’affidamento di un altro stabile abbandonato nelle immediate vicinanze, l’ex trenino.

  Per quanto ci riguarda, ascolteremo quanto il sindaco avrà da dirci, quali saranno le condizioni che riterrà opportuno mettere sul piatto, e valuteremo il da farsi, con l’inviolabile certezza che le nostre idee, le nostre convinzioni ed il percorso delle nostre scelte varranno sempre per noi a garanzia della nostra incompatibilità con ogni forma di autorità, di legalitarismo, di controllo sociale.

  Ringraziamo per il supporto e per la complicità dimostrata tutti coloro che sono passati a trovarci nel corso dell’intera giornata.
  A breve aggiornamenti, resta sul pezzo.

Lina e i ragazzi del Palazzo.