Arte libera di uno spirito libero

Bruno Filippi è di pochi.
È di coloro che sono soli e che vogliono rimanere soli.
Di coloro che non santificano nessuno perché sanno essere anarchici anche senza la Fede.
Bruno Filippi è di noi individualisti.
G. Feroci

 
  Falange di tisici cronici più moralmente che fisicamente, microcefali, zoppi, gobbi, ciechi, visi orrendi scolpiti dal vizio, dalla sifilide, dall’alcool.
  Bocche sdentate, gialle, bavose, a che vomitate contro me orrendi improperi?
  Tutto l’odio che vi gorgoglia nella strozza, che vi fa colare due rivoletti di bava agli angoli della bocca, non mi smuove dalla mia indifferenza.
  Scuotete pur i pugni avvezzi a rivoltar letame! E voi donne insultatemi pure, voi nel cui grembo si perpetua il dolore umano. Siete tutti vili, vili! Esseri spregevoli, degni della frusta! Rettili striscianti in cerca di uno sporco tozzo di pane, cani che leccate la mano di chi vi batte! Ed è per voi, proprio per voi che dovrei insorgere?
  Per voi, per i vostri figli e le vostre madri?
  Carogne imputridite nella rassegnazione, mummie tarlate di una società in decadenza, voi vi ingannate. Io non darò la più piccola goccia di sangue per la vostra causa, non sacrificherò neanche una sigaretta per voi.
  Continuate nella vostra discesa nel fango. Man mano che voi scenderete, io salirò. Io godrò nel vedere la degenerazione che si fa strada entro voi, godo, godo…
  Giorno per giorno la fronte vi diviene sfuggente, la bocca patibolare. Giorno per giorno le stimmate della putrefazione avanzata si scorgono sotto la pelle giallastra.
  E io rido, rido!…
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